Colesterolo: buono, cattivo, alto

Colesterolo buono cattivo alto

Il colesterolo alto (ipercolesterolomia) è un male silente, che non dà sintomi ma che non va trascurato: con il passare degli anni può comportare la formazione di “placche”che ostruiscono le arterie e aumentano, insieme ad altri fattori, il rischio cardiovascolare. Le persone considerano erroneamente i livelli alti di colesterolo come un fattore di rischio meno pericoloso rispetto ad altri fattori. In realtà, il colesterolo alto, specie nei giovani pesa circa il doppio rispetto all’ipertensione arteriosa nella valutazione del rischio cardiovascolare globale.

FATTORI E CATEGORIE A RISCHIO

Esistono diversi fattori di rischio che possono contribuire all’ipercolesterolemia, tra cui dieta errata, sovrappeso e obesità, mancanza di attività fisica, ma anche la concomitanza di malattie metaboliche come il diabete. Anche il fumo può danneggiare i vasi sanguigni e accelerare il processo di indurimento delle arterie.
Inoltre, il livello di colesterolo LDL tende ad aumentare con l’età, soprattutto fra le donne. Infatti, fino all’età fertile la donna è “protetta” dal suo equilibrio ormonale, poi, con la menopausa, acquisisce un rischio simile all’uomo: eventi precoci anche nella donna sono evenienza oggi sempre più comune.
Ci sono poi degli individui geneticamente predisposti a sviluppare ipercolesterolemia e che possono quindi sviluppare aterosclerosi e problemi cardiaci fin da giovani. Questa condizione è nota come ipercolesterolemia ereditaria.

“BUONO” o “CATTIVO”?

Il trasporto del colesterolo attraverso il sangue è affidato a una classe particolare di particelle, quella delle lipoproteine. Le più importanti per la prevenzione cardiovascolare sono:

  • LDL, o lipoproteine a bassa densità: trasportano il colesterolo sintetizzato dal fegato alle cellule del corpo. È il colesterolo “cattivo”, che rappresenta la frazione pericolosa e da ridurre, se elevata.
  • HDL, o lipoproteine ad alta densità: rimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e lo trasportano nuovamente al fegato, che poi provvede a eliminarlo. È la forma “buona”, che che riduce il rischio di malattie cardiovascolari.

Si parla di ipercolesterolemia quando il colesterolo totale (L DL più H DL ) è troppo alto.

CHE COS’È IL
COLESTEROLO?

È una sostanza grassa necessaria al corretto funzionamento dell’organismo: partecipa infatti alla sintesi di alcuni ormoni e della vitamina D ed è un costituente delle membrane delle cellule.
Prodotto dal fegato, può anche essere introdotto con la dieta: è contenuto, per esempio, nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato.
È invece assente in frutta, verdura e cereali.

PREVENIRE CON GLI STILI DI VITA

La prevenzione è la strategia principale per mantenere la colesterolemia entro i livelli consigliati.
Tra gli stili di vita consigliati:

  • mantenere un’alimentazione sana, riducendo i grassi (soprattutto quelli saturi) e il consumo di alcol;
  • controllare il peso corporeo;
  • fare attività fisica in modo regolare;
  • evitare il fumo.

A volte, però, intervenire sullo stile di vita non basta per tenere i livelli di colesterolo sotto controllo e può rendersi necessario un intervento farmacologico.

LA TAVOLA IN VACANZA:
SÌ AGLI SCAMPI, NO ALLE ARAGOSTE

È noto che per contenere i livelli di colesterolo bisogna scegliere alimenti ricchi di fibre come frutta e verdura e preferire il pesce. Non tutti sanno, invece, che i maggiori “nemici” della nostra tavola sono le aragoste ed i gamberi, cibi con contenuto di colesterolo molto elevato, mentre i loro “cugini”, gli astici e gli scampi, sono meno dannosi.
Ma il record di concentrato di colesterolo appartiene ai calamari, rispetto ai quali è meglio preferire le seppie che ne contengono meno della metà. E anche tra cozze e vongole è facile scegliere: le seconde sono molto meno dannose.
Tra i pesci, infine, sono più grassi e ad elevato contenuto di colesterolo quelli di fondo, come la cernia, rispetto ad esempio al dentice, tra i più salutari.

Fonti:
Società italiana per lo studio dell’arteriosclerosi (SISA)
www.epicentro.iss.it

a cura di Elisabetta Farina