Stroller trekking con il pupetto

Affondi col passeggino mammasportiva Silvia Segala

In famiglia è arrivato un bebè! Il neonato inevitabilmente sconvolge la routine della casa. Ma dopo il primo momento di smarrimento, si trova il giusto compromesso. Così i genitori sportivi e che amano soprattutto fare trekking, riprendono le loro sane abitudini. Anche perché come consigliano gli esperti è importante uscire e portare con sé il proprio bambino sin dai primi giorni di vita. Nei paesi del Nord Europa è una prassi consolidata e ha effetti positivi sulla salute della mamma e del piccolo. L’importante è seguire qualche accortezza e adottare i giusti accorgimenti per crescere con uno stile di vita attivo. Il passeggino è lo strumento utile ed indispensabile per andare al parco, in giro per la città e anche per un trekking fuori porta. Non tutti i passeggini sono adatti e soprattutto di cosa bisogna tener conto? Ci siamo rivolti ad una giovane mamma, Gabriella Regis vicepresidente di Babyrun (babyrun.it), che ha acquisito il titolo simbolico di “campionessa di urban trekking” e ci guiderà in questo bel viaggio con lo “stroller trekking”.
«Prima di iniziare a parlare di stroller trekking ci spiega si deve tener conto di alcuni punti fondamentali. Dove andiamo a camminare? Il terreno è sconnesso, il percorso sarà lungo e c’è dislivello? A seconda della stagione si dovrà valutare che tipo di abbigliamento adottare e soprattutto, quale tipo di passeggino utilizzare con tutte le sue caratteristiche. Non da ultimo la postura e l’allenamento che si possono fare praticando questa attività sportiva».
L’estate è per antonomasia la stagione perfetta per avventurarsi nei trekking montani. Peccato che non tutti i percorsi vadano bene per praticare stroller trekking con il pupo. E bisogna dire addio, fino a quando non il piccolo non cresce, a salite/discese, tratti impervi, sentieri insidiosi ricchi di sassi e ghiaia. Insomma stop all’offroad in passeggino. Tenendo anche in considerazione, che i piccoli non possono superare i 2000 metri di quota.

«Almeno per i primi tempi è consigliabile cercare percorsi urbani, i cosiddetti urban trekking. I migliori itinerari sono quelli dove il passeggino può percorrere un manto piano e privo di grandi asperità. E poi prima di partire, bisogna pianificare quanto si vuole stare fuori di casa. I bambini hanno molte esigenze come la fame, il sonno o il cambio del pannolino, quindi si deve organizzare un tragitto che permetta di gestirlo in serenità e sicurezza.

Se in primavera e in autunno il caldo e il sole non creano problemi, al limite è la pioggia un fastidio, in estate si fanno sentire.
Bisogna cercare percorsi all’ombra, evitando di stare sotto il sole a picco nelle ore centrali e dotarsi di cappellini e parasole per il passeggino.
Gli stroller adatti a questo tipo di attività sono i 3 ruote, ma esistono anche dei validissimi modelli da offroad a 4 ruote.

I passeggini da trekking o trail sono più robusti (e ingombranti) dei loro omologhi per il passeggio urbano e hanno delle caratteristiche specifi che: doppio freno di stazionamento e arresto, ruote grandi con battistrada adatti all’offroad, telaio robusto con struttura adatta alle salite e alle discese, cinghia di sicurezza, ammortizzatori e ruota anteriore piroettante con possibilità di blocco del movimento.
Di solito i passeggini da trekking hanno la seduta fronte strada ma, su alcuni modelli, è possibile anche averla reversibile fronte mamma».
Si è parlato del mezzo, ma è lecito domandarsi quale postura e come può la neomamma allenarsi, tenendosi in forma con il passeggino? «La postura è simile a quella che si tiene quando si cammina o corre col passeggino. Si andranno a caricare maggiormente le gambe e nel caso di qualche breve salitella, in città ci sono, lavoreranno molto i polpacci e in discesa i quadricipiti. Non mancheranno all’appello neppure i glutei, le braccia e il core (addome) con un lavoro intensificato, soprattutto se c’è qualche salitina e strappettino più impegnativo. Come le altre attività legate all’uso del passeggino, anche lo stroller trekking impegna gran parte della muscolatura e risulta un allenamento completo».

IL DECALOGO PER LO STROLLER TREKKING

La neo mamma prima di avventurarsi deve tener
conto di un importante decalogo

  1. l’età del bambino/a tra i 6/9 mesi di età, perché deve essere in grado di stare seduto da solo e tenere sù la testa in maniera adeguata;
  2. il passeggino deve essere appropriato e soddisfare sicurezza, comfort e stabilità e dotato di ruote sportive;
  3. l’abbigliamento dell’adulto deve essere adatto alla stagione;
  4. anche l’abbigliamento del pargolo deve essere confacente, quando fa freddo coperto non eccessivamente, prediligendo anche l’uso di coprigambe o degli appositi accessori del modello del passeggino. Se fa caldo poco vestito e un cappellino, anche se il più delle volte diventerà un frisbee;
  5. fare stretching prima e dopo e utilizzare il passeggino per fare diversi tipi di esercizi;
  1. bisogna fare attenzione alla postura per evitare mal di schiena. La presa sul maniglione deve essere leggera e per evitare che il passeggino scivoli via, lo si può assicurare al braccio con l’apposito cinturino da polso.
    La posizione deve essere eretta evitando di accasciarsi, i gomiti devono essere piegati e non distesi, scapole rivolte verso il basso;
  2. camminare significa relax, vanno scelti di preferenza percorsi all’interno di parchi o strade quasi prive di traffico e quindi meno inquinate;
  3. se i bimbi/e sono piccoli tenderanno a dormire, soprattutto cullati dal movimento del passeggino. Crescendo rimarranno più svegli e si divertiranno, magari cantando insieme o giocando ad osservare il mondo intorno. Capiterà anche la giornata no, in cui il bimbo non avrà nessuna intenzione di stare nel passeggino. La camminata va rimandata!;
  4. la lunghezza del percorso sarà dettata dai ritmi del pupo. Una tappa intermedia può essere il giusto compromesso, la mamma fa stretching e il figlio si sgranchisce le gambe;
  5. ultima, ma non per questo meno importante, la manutenzione del passeggino, che richiede la stessa cura di una bici… Un check up alle gomme che non siano sgonfi e e soprattutto che non ci sia nulla di svitato, incrinato o precario e i pistoni vanno lubrificati.

Con questi consigli siete pronte per uscire e come sempre camminare può aiutarci a cambiare l’umore e a stare in pace con se stessi e gli altri e ad insegnare un corretto stile di vita ai bambini.

Alma Brunetto – giornalista sportiva, addetto stampa Uisp Piemonte, esperta camminatrice