Pericolo infodemia sul Covid-19: fake news e consigli

Pericolo infodemia

In tempi di “infodemia” come questo, dovuto alla pandemia da Covid-19, in cui le informazioni circolano liberamente, senza che ci sia un controllo opportuno della loro veridicità, è importante prestare attenzione a ciò che si legge e si condivide sui social, in quanto il rischio di fake news è ulteriormente amplificato. Le fake news sul Coronavirus, sulle modalità di contagio e soprattutto sugli accorgimenti per prevenire l’infezione, purtroppo si moltiplicano e scatenano il più delle volte ansie ingiustificate e paure inutili. Bisogna, invece, fornire informazioni coerenti con le conoscenze scientifiche e con i dati pubblicati. Prima di tutto cerchiamo di capire che cos’è questo virus: la malattia in questione ha un nome, “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease, patologia in inglese, e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). 

Vorrei, con questo articolo, dare qualche tassello in più per distinguere le informazioni false da quelle vere, sulla base delle domande più frequenti che vengono formulate in Farmacia.

 

La carenza di vitamina D potrebbe avere un ruolo in Covid-19?

Assumere la vitamina D per combattere o per ridurre i fattori di rischio sembrerebbe essere un “consiglio” che gira sul web e sui social. Ma quanto c’è di vero? I dati raccolti indicano che molti pazienti anziani, ricoverati in acuto per le complicanze della patologia, presentano un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D. È fondamentale sottolineare che si tratta di una popolazione molto anziana, in cui la carenza di vitamina D è normale se la sostanza non viene somministrata come supplemento, quindi non è facile mettere immediatamente in correlazione bassi livelli di vitamina D con un’infezione complicata da Covid-19, bensì sarebbe opportuno richiamare l’attenzione generale sulla necessità di assicurare a tutti i soggetti anziani normali livelli di questa vitamina. Una persona con carenza di questa vitamina ha un sistema immunitario meno efficiente perché la vitamina D, insieme ad altre sostanze come, ad esempio, la vitamina C, può contribuire a rafforzare le difese immunitarie, se assunta con continuità, ma non a proteggere dal Virus.  Solo un vaccino, infatti, potrebbe difenderci, promuovendo la formazione di anticorpi specifici, poiché un generico rafforzamento del sistema immunitario non ci mette al riparo dal contagio. Quindi, ipotizzare un’azione diretta della vitamina D (la stessa cosa vale per la vitamina C) nei confronti di Covid-19 non ha una base scientifica. 

Devo indossare una mascherina per proteggermi?

L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Infatti, è possibile che l’uso delle mascherine possa addirittura aumentare il rischio di infezione a causa di un falso senso di sicurezza e di un maggiore contatto tra mani, bocca e occhi.

L’uso razionale delle mascherine, infatti, è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.

Quali sono le regole per la disinfezione / lavaggio delle mani?

Il lavaggio e la disinfezione delle mani sono la chiave per prevenire l’infezione. Occorre lavarsi spesso e accuratamente le mani con acqua e sapone per almeno 60 secondi e dopo asciugarle bene. Se non sono disponibili acqua e sapone si può utilizzare anche un disinfettante per mani a base di alcool (concentrazione di alcool di almeno il 70%). 

I guanti servono a evitare il contagio?

Il problema è sempre lo stesso: evitare di portarsi le mani sul viso, se si toccano cose e superfici sporche. E’ inutile la prevenzione se, anche con i guanti, non stiamo attenti e ci portiamo le mani alla bocca senza pensarci. La cosa fondamentale è lavare sempre la mani con il sapone oppure utilizzare il gel igienizzante. 

Per trovare risposte ad altre curiosità su come comportarsi di fronte al Virus, consulta la pagina 28 della rivista di

Farmacie Comunali.

 

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