Mole illuminata di viola contro l’epilessia

Epilessia non mi fai paura - 11 febbraio 2019 Mole viola

L’epilessia è ancora una malattia stigmatizzante, attorno alla quale c’è pregiudizio e ignoranza.

Sono ancora molte le persone che ritengono erroneamente che l’epilessia sia una malattia rara oppure una malattia mentale. E ancora che non si possa guidare, fare sport e, nel caso della donna, che questa abbia difficoltà a concepire o che le venga vietato di allattare.

Tutto ciò è dovuto alla scarsa conoscenza.

Da venerdì 8 a lunedì 11 febbraio la Mole Antonelliana “cambia colore”

Il commento dei medici

In occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia (11 febbraio) lo storico monumento di Torino si illumina di viola, simbolo dell’epilessia.

L’iniziativa, organizzata dalla Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE), ha come obiettivo quello di accendere una “luce speciale” contro le false credenze e contro lo stigma
È solo uscendo allo scoperto e parlando della malattia che si può rendere più efficace la battaglia per l’affermazione dei diritti e l’accettazione sociale della patologia.

“L’epilessia è un disturbo neurologico molto diffuso – spiega la dottoressa Irene Bagnasco, Neuropsichiatria infantile Ospedale Martini -.  Si calcola che 1 persona su 100, nel corso della propria vita, riceverà questo tipo di diagnosi.

Si tratta di una patologia senza confini che colpisce indipendentemente dal ceto, dalla razza, o dal sesso e che oggi, con i suoi 65 milioni di malati nel mondo, si è guadagnata dall’OMS il riconoscimento di malattia sociale. In Italia ne soffrono circa 500.000-600.000 persone”.

“I pazienti e le loro famiglie tendono ancora a nascondere la malattia vivendola con disagio e vergogna – sottolinea la dottoressa Patrizia Dassi, Neuropsichiatria infantile Ospedale Martini -.

Già nell’antichità le persone affette erano discriminate. L’epilessia colpisce tutte le età della vita, ma i due picchi di incidenza si hanno nell’età infantile e negli anziani. Ed è proprio in età evolutiva che la patologia va a impattare nel contesto di sviluppo, familiare, di relazioni con i pari, nel percorso scolastico e nelle attività ludico-ricreative-sportive”.