Il riccio, un prezioso alleato

Riccio

di Ombretta Rubicondo

Il riccio comune è un piccolo mammifero notturno, in parte ricoperto da peli beige e ispidi e con il dorso caratterizzato da una corazza di aculei neri e bianchi, che rappresenta il suo principale sistema di protezione. Predilige la vita nel sottobosco, dove tronchi spezzati, foglie e tane ricavate nel terreno si trasformano nel rifugio ideale in cui trascorrere le ore diurne. Capace di percorrere lunghe distanze, durante la notte si affaccenda alla ricerca di cibo, talvolta avvicinandosi alle abitazioni e ai loro giardini. Tendenzialmente si tiene alla larga dall'uomo o da altri animali, data la sua natura schiva, ma è in grado di apportare un valido aiuto al mantenimento dell'equilibrio dell'agrosistema dell'orto proprio grazie alla sua alimentazione.

Il riccio, infatti, si nutre di piccoli insetti e invertebrati considerati “dannosi” per l’ambiente, come per esempio le larve terricole, che si cibano delle radici delle piante, e le limacce, conosciute anche come “lumaconi rossi”, che entrano in azione durante la notte o nei giorni piovosi e umidi  sterminando lunghe distese di ortaggi e, inoltre, va ghiotto di lombrichi, Grazie all’olfatto molto ben sviluppato, in ultimo, è in grado di scovare i nascondigli di topolini e vipere, facendone incetta.

Quanto è importante, dunque, il ruolo del  riccio nella difesa degli ortaggi?

Parecchio, tanto da essere diventato a tutti gli effetti un fattore di controllo nella diffusione di insetti e invertebrati dannosi per le coltivazioni sul territorio.

Nei primi anni Ottanta, la Convenzione di Berna, formulata nell’ambito del Consiglio d’Europa con lo scopo di assicurare la conservazione di flora e fauna selvatiche e i loro habitat naturali, annoverò il riccio tra le specie animali protette; tutt'oggi il WWF si impegna a garantirne la salvaguardia.

Sebbene il numero di predatori alle sue calcagna non sia elevato, grazie alla sua corazza da 8000 aculei, il principale pericolo per il riccio è rappresentato dall'uomo e dalle sue attività; perciò, per garantirne la presenza nell'orto e usufruire del suo prezioso contributo, è bene tenere a mente alcuni accorgimenti: limitare l’utilizzo di strumenti quali tosaerba e decespugliatori nei pressi dei loro rifugi, generalmente le siepi, o quanto meno prestare attenzione all'eventuale presenza delle tane, e limitare l'uso di pesticidi nell'agricoltura. Questi ultimi, infatti, non solo assicurano la scarsità della principale fonte di cibo di questi simpatici e schivi animaletti, ma possono provocare anche danni alla nostra salute. Meglio, quindi, provare a creare un rapporto di cooperazione uomo-animale al fine di raggiungere un obiettivo comune, ossia la ricerca di un'alimentazione sana, ecosostenibile e che rispetti l’ambiente.

Sono sufficienti pochi tronchi e un po' di fogliame per costruire una tana confortevole per questi piccoli amici; chissà che non superino la loro proverbiale diffidenza e decidano di trascorrere il letargo nei pressi del vostro terreno e, nel pieno dell'estate, si trasformino nei migliori alleati possibili nella  lotta ai parassiti, dannosi per le vostre colture.

Non ci credete? Questa è la stagione ottimale per tentare.

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