Dosi giuste, tempi giuste: il Therapeutic Drug Monitoring

Farmacie Comunali Torino - consiglio farmacista

di Elisa Oggero

Il Therapeutic Drug Monitoring (TDM) rappresenta una strategia fondamentale per assicurare l’efficacia e la sicurezza delle terapie. In questo scenario, il farmacista di comunità gioca un ruolo sempre più centrale, diventando un alleato strategico nel garantire il corretto dosaggio e l’aderenza terapeutica sia in pazienti con problematiche in acuto, sia cronici e in politerapie. Grazie alla sua vicinanza quotidiana con il cittadino, il farmacista è in grado di intercettare segnali iniziali di scarsa aderenza, effetti collaterali o dubbi legati all’assunzione dei farmaci. Attraverso il dialogo, l’ascolto e il supporto continuo, il farmacista non solo dispensa i vari farmaci, ma costruisce con il paziente un percorso di cura consapevole e personalizzato, dove la terapia risulti davvero “su misura”.

Cosa si intende nello specifico per Monitoraggio Terapeutico (TDM)?

Il TDM consiste nella misurazione delle concentrazioni plasmatiche di determinati farmaci, allo scopo di mantenerle entro un intervallo terapeutico definito, che massimizzi l’efficacia minimizzando la tossicità. Questo approccio è particolarmente utile per molecole a basso indice terapeutico, come anticonvulsivanti, immunosoppressori, alcuni antibiotici, antidepressivi triciclici e determinati antitumorali. Il monitoraggio si rende necessario in pazienti con problematiche significative (es. compromissione renale o epatica), in età anziana o pediatrica, in presenza di politerapia o nei casi in cui si osservino dei risultati clinici inaspettati.

Il Farmacista come Facilitatore del TDM

Tradizionalmente associato alla sola dispensazione del farmaco, il farmacista oggi ricopre un ruolo ben più ampio. L’evoluzione della professione ha portato alla nascita della farmacia clinica, con competenze specifiche nel TDM, nella farmacocinetica clinica e nella gestione personalizzata delle terapie. In ambito ospedaliero, il farmacista collabora con medici e infermieri per definire strategie terapeutiche personalizzate, interpreta i risultati delle concentrazioni plasmatiche e propone aggiustamenti posologici in accordo con i medici di riferimento. Nelle malattie croniche, il farmacista svolge un ruolo ancora più centrale. Le terapie a lungo termine richiedono aggiustamenti regolari, educazione continua del paziente e monitoraggio dei parametri clinici. Il farmacista può, inoltre, intercettare precocemente problematiche di non aderenza (volontaria o involontaria), che possono essere spesso la causa di molti fallimenti terapeutici. 

Il farmacista territoriale rappresenta oggi un punto di riferimento fondamentale per il cittadino, non solo nella dispensazione dei farmaci, ma anche come figura professionale che accompagna il paziente nel percorso di cura e prevenzione. In un contesto sanitario sempre più orientato al territorio, il farmacista svolge un ruolo chiave nel monitoraggio costante di parametri clinici essenziali, contribuendo alla gestione delle patologie croniche e alla promozione del benessere. Attraverso il servizio di autoanalisi, disponibile in molte farmacie, è possibile controllare in modo rapido e sicuro valori importanti come glicemia, colesterolo, trigliceridi, emoglobina glicata e non solo. Questi esami, eseguiti con strumenti certificati e in pochi minuti, consentono di rilevare precocemente eventuali anomalie e facilitare un intervento tempestivo da parte del medico. Con competenza e disponibilità, il paziente viene guidato nella lettura dei risultati, ricevendo consigli specifici per migliorare l’aderenza terapeutica. 

Il controllo dell’aderenza terapeutica 

Nel 2003, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito il concetto di aderenza terapeutica come la misura in cui il comportamento di un individuo, in particolare l’assunzione dei farmaci, rispecchia le indicazioni concordate con il professionista sanitario. Questo fenomeno complesso include cinque principali elementi che influenzano l’aderenza del paziente al trattamento farmacologico, che sono nel dettaglio:

  1. fattori di natura sociale ed economica;
  2. aspetti legati all’organizzazione e all’accessibilità del sistema sanitario;
  3. caratteristiche individuali del paziente, indipendenti dalla patologia dal quale è affetto;
  4. caratteristiche del trattamento prescritto (durata, effetti collaterali, complessità della posologia);
  5. atteggiamenti, credenze e comportamenti del paziente stesso.

Da questa classificazione viene a galla chiaramente che la responsabilità dell’aderenza non ricade esclusivamente sul paziente, ma è influenzata in larga parte da fattori esterni. In tal senso, il personale sanitario svolge un compito fondamentale: creare e sostenere nel tempo percorsi terapeutici che siano sostenibili, comprensibili e accessibili al paziente. In questo contesto, il farmacista assume un ruolo strategico, spesso sottovalutato ma fortemente documentato dalla letteratura scientifica. Numerosi studi hanno dimostrato come l’intervento del farmacista possa migliorare significativamente i livelli di aderenza. Grazie alla loro presenza quotidiana sul territorio e alla possibilità di instaurare un rapporto diretto e continuativo con il “paziente-cliente”, sono tra i primi che possono intercettare segnali di non aderenza, capirne le cause e proporre soluzioni pratiche. Costruendo una relazione basata sulla fiducia e sull’ascolto attivo, possono identificare ostacoli che influenzano la costanza del paziente nel seguire la terapia prescritta dal medico. Inoltre, tali professionisti sanitari hanno accesso a dati rilevanti che vengono forniti, ad esempio, dalle prescrizioni ripetute o dalle tempistiche di ritiro dei farmaci. Tutto ciò consente di misurare oggettivamente i livelli di aderenza e individuare gruppi di pazienti che necessitano di un supporto più mirato.

Il TDM, insomma, rappresenta un potente alleato nella personalizzazione delle terapie e nel miglioramento degli esiti clinici, ma il suo pieno potenziale si realizza solo attraverso un lavoro di squadra. Il farmacista si afferma come figura chiave, non solo nella gestione tecnica del TDM, ma soprattutto come facilitatore dell’aderenza terapeutica. Grazie alla sua vicinanza al paziente, alla sua capacità di ascolto e alla sua competenza clinica, il farmacista può colmare il divario tra prescrizione e reale assunzione del farmaco promuovendo così, con dosi giuste e tempi giusti, il benessere del paziente stesso.