Cistite: consigli utili per prevenirla e curarla

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a cura di Zentiva

La cistite, pur essendo un disturbo comune e nella maggior parte dei casi facilmente trattabile, non deve essere sottovalutata. Parliamo di una delle infezioni delle vie urinarie più comuni al mondo, un disturbo fastidioso che interessa milioni di persone ogni anno. Si stima che circa il 50-60% delle donne sviluppi almeno un episodio di cistite nel corso della vita, e molte ne soffrono in modo ricorrente. Tuttavia, anche gli uomini possono sviluppare la cistite, specialmente con l’avanzare dell’età o in presenza di problemi alla prostata che ostacolano il normale svuotamento della vescica. 

Questa condizione, caratterizzata dall’infiammazione della vescica, può trasformare semplici gesti quotidiani in momenti di disagio e dolore, influenzando significativamente la qualità della vita di chi ne soffre. 

Cos’è la cistite?

La cistite è un processo infiammatorio che colpisce la parete della vescica urinaria, manifestandosi tipicamente con sintomi quali disuria (dolore durante la minzione), pollachiuria (aumento della frequenza urinaria) e urgenza minzionale.

La cistite è causata nella maggior parte dei casi da un’infezione batterica e si verifica quando microrganismi patogeni colonizzano e invadono la mucosa vescicale. Il principale agente eziologico è Escherichia coli (responsabile del 75-85% dei casi), batterio normalmente presente nell’intestino ma che può migrare dall’area anale verso l’uretra e risalire fino alla vescica. Questo spiega perché la cistite sia più comune nelle donne, a causa della minore lunghezza dell’uretra e della sua prossimità all’ano.

Quando ciò accade, i batteri si moltiplicano rapidamente nell’ambiente caldo e umido della vescica, scatenando il processo infiammatorio. La risposta infiammatoria dell’organismo provoca i sintomi caratteristici. Tuttavia esistono anche forme di cistite non batterica, caratterizzate dall’assenza di microrganismi patogeni identificabili. La distinzione tra le varie forme di cistite è fondamentale per orientare correttamente la strategia terapeutica, che varia significativamente tra le diverse eziologie.

Sintomi comuni della cistite

  • Disuria: dolore, bruciore o fastidio durante la minzione, spesso descritto come una sensazione di “taglio” o “bruciore” che si intensifica verso la fine dell’atto urinario;
  • pollachiuria: aumento della frequenza urinaria con necessità di urinare più spesso del normale, anche ogni 10-15 minuti, ma con emissione di piccole quantità di urina;
  • urgenza minzionale: sensazione improvvisa e impellente di dover urinare, difficile da controllare e che può portare a episodi di incontinenza;
  • dolore soprapubico: fastidio o dolore localizzato nella parte bassa dell’addome, sopra il pube, che può essere costante o intermittente;
  • sensazione di svuotamento incompleto: percezione dolorosa e persistente che la vescica non si sia completamente svuotata dopo la minzione, con bisogno di urinare nuovamente poco dopo. Consiste in una contrazione spasmodica dello sfintere della vescica, e in un senso di incompleto svuotamento;
  • urine torbide: le urine possono apparire più dense, opache o con presenza di sedimenti visibili, perdendo la normale trasparenza;
  • odore sgradevole delle urine: alterazione dell’odore normale delle urine, che possono assumere un odore più intenso, pungente o maleodorante;
  • lieve presenza di sangue: tracce di sangue nelle urine (ematuria) che possono renderle rosate o leggermente rossastre, particolarmente visibili verso la fine della minzione.

Sintomi meno comuni o indicativi di complicazioni

    • Febbre alta: temperatura corporea superiore a 38°C, che può indicare che l’infezione si è estesa ai reni (pielonefrite) o ad altri organi del tratto urinario superiore;
    • brividi e malessere generale: sensazione di freddo intenso accompagnata da tremore, sudorazione e prostrazione generale, segni di una possibile infezione sistemica;
    • dolore lombare intenso: dolore severo nella regione dei fianchi o della schiena, particolarmente nell’area dei reni, che può irradiarsi verso il basso e indicare coinvolgimento renale;
    • nausea e vomito: sintomi gastrointestinali che possono accompagnare le infezioni del tratto urinario superiore e indicare una condizione più seria;
    • ematuria macroscopica: presenza abbondante di sangue nelle urine che le rende visibilmente rosse o marroni, diversa dalle semplici tracce ematiche della cistite comune;
    • dolore pelvico severo: dolore intenso e persistente nella regione pelvica che non si allevia con i comuni antidolorifici e può indicare complicazioni
    • ritenzione urinaria: impossibilità totale o parziale di urinare nonostante lo stimolo, che può richiedere intervento medico urgente;
    • incontinenza improvvisa: perdita involontaria di urine in persone che normalmente non presentano questo problema, particolarmente preoccupante negli adulti;

 

  • alterazioni dello stato mentale: confusione, disorientamento o cambiamenti comportamentali, particolarmente negli anziani, che possono indicare sepsi urinaria.

 

Cistite da infezione batterica

La cistite batterica rappresenta la forma più comune di infezione delle vie urinarie inferiori, causata principalmente da batteri gram-negativi che risalgono dall’uretra verso la vescica. Escherichia coli è responsabile di circa l’80-85% dei casi di cistite non complicata, seguito da Staphylococcus saprophyticus (5-10%), particolarmente frequente nelle giovani donne sessualmente attive. Altri patogeni includono Klebsiella pneumoniae, Enterococcus faecalis e Proteus mirabilis, mentre nelle cistiti complicate o ricorrenti possono essere coinvolti anche Pseudomonas aeruginosa e Enterobacter spp.

Fattori di rischio che favoriscono la cistite

I principali fattori di rischio per lo sviluppo della cistite includono:

  • anatomici e fisiologici: il sesso femminile rappresenta il fattore più significativo per la maggiore brevità dell’uretra (3-4 cm vs 15-20 cm nell’uomo) e la vicinanza all’ano. L’età avanzata, le malformazioni urogenitali, la vescica neurogena e l’incontinenza urinaria aumentano il rischio di infezioni ricorrenti;
  • comportamentali: scarsa igiene intima, uso di biancheria sintetica, rapporti sessuali frequenti, utilizzo di spermicidi e diaframmi, trattenimento prolungato delle urine e stipsi cronica che favorisce la migrazione batterica dall’intestino;
  • condizioni patologiche: diabete mellito, immunodeficienze, calcolosi urinaria, reflusso vescico-ureterale, gravidanza e patologie neurologiche che compromettono lo svuotamento vescicale;
  • rapporti sessuali: la “cistite post-coitale” o “da luna di miele” si manifesta entro 24-48 ore dal rapporto sessuale. Nelle donne predisposte a soffrire di cistite da luna di miele, la frequenza dei rapporti sessuali rappresenta il più forte fattore di rischio di recidiva. I meccanismi scatenanti includono il trauma meccanico dell’uretra durante la penetrazione, che facilita la risalita batterica, e l’insufficiente lubrificazione vaginale durante i rapporti sessuali correlata a tensione del pavimento pelvico;
  • menopausa: rappresenta un fattore di rischio rilevante in quanto si tratta di periodo di particolare vulnerabilità per le infezioni urinarie. Nel 40% dei casi sono uno dei motivi principali di cistite in menopausa i rapporti sessuali, a causa dell’ipoestrogenismo che comporta alterazioni dell’epitelio vaginale e uretrale, riduzione dello spessore della mucosa vescicale, diminuzione della vascolarizzazione locale e perdita dell’elasticità dei tessuti. Inoltre, la carenza di estrogeni rende la vescica più vulnerabile all’attacco dei germi e più sensibile ai traumi meccanici, alterazione del pH vaginale con riduzione dei lattobacilli protettivi, diminuzione delle difese immunitarie locali e compromissione dello svuotamento vescicale.

Cistite nell’Uomo

Nell’uomo giovane e sano, la cistite è un evento relativamente raro, con un’incidenza annuale inferiore all’1%, grazie alla maggiore lunghezza dell’uretra che rappresenta una barriera meccanica efficace contro la risalita batterica. Quando la cistite si manifesta nel maschio, è spesso secondaria a condizioni patologiche sottostanti che richiedono sempre un approfondimento diagnostico specialistico. Le cause più frequenti includono prostatite batterica acuta o cronica, che può estendersi alla vescica per contiguità anatomica, ostruzioni del tratto urinario come ipertrofia prostatica benigna, stenosi uretrali o calcolosi, e anomalie anatomiche congenite o acquisite. Nell’uomo anziano, l’incidenza aumenta significativamente a causa dell’ipertrofia prostatica che determina ritenzione urinaria, stasi vescicale e predisposizione alle infezioni.

Ogni episodio di cistite nell’uomo richiede sempre valutazione medica specialistica, poiché può rappresentare il sintomo di patologie più complesse che necessitano di trattamento specifico.

Cura della cistite: trattamenti farmacologici e rimedi

La comprensione della causa della cistite è fondamentale per orientare la scelta terapeutica più appropriata. Il trattamento farmacologico della cistite si basa principalmente sull’utilizzo di antibiotici mirati, prescritti dal medico sulla base del tipo di batterio identificato e della gravità dell’infezione.  È essenziale completare l’intero ciclo di terapia antibiotica, anche se i sintomi migliorano prima della fine del trattamento, per evitare ricadute e lo sviluppo di resistenze batteriche.

Parallelamente alla terapia antibiotica, è importante aumentare l’assunzione di liquidi per favorire l’eliminazione dei batteri attraverso la diuresi.

Antidolorifici e antispastici

Per alleviare il dolore e il bruciore, possono essere utili analgesici da banco o antispastici specifici per il tratto urinario, sempre sotto controllo medico.

Integratori e principi attivi utili per la cistite 

Accanto alle terapie farmacologiche tradizionali, gli integratori alimentari hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante nella gestione di questa condizione, sia come supporto preventivo che come coadiuvante nel trattamento. Gli integratori per le vie urinarie non sostituiscono le terapie mediche quando necessarie, ma possono offrire un valido supporto nella prevenzione delle recidive e nel mantenimento della salute del tratto urinario. La loro efficacia si basa su meccanismi diversi: alcuni agiscono impedendo l’adesione batterica alle pareti della vescica, altri supportano il sistema immunitario o contribuiscono a mantenere un ambiente urinario sfavorevole alla proliferazione batterica.

Principi Attivi utili

  • Mirtillo Rosso Americano

Il mirtillo rosso americano (cranberry) rappresenta probabilmente l’integratore più studiato e utilizzato per la salute urinaria. Le proantocianidine di tipo A (PAC-A) contenute in questo frutto impediscono l’adesione dei batteri, in particolare dell’E. coli, alle pareti del tratto urinario. Studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione regolare di estratti standardizzati di cranberry può ridurre significativamente il rischio di cistiti ricorrenti, specialmente nelle donne giovani e in quelle in post-menopausa.

  • Altri estratti vegetali di supporto

Numerosi altri estratti vegetali possono supportare la salute delle vie urinarie attraverso diversi meccanismi d’azione. L’ortica (Urtica dioica), per esempio, rappresenta uno dei rimedi fitoterapici più tradizionali e studiati per il trattamento dei disturbi delle vie urinarie, inclusa la cistite. Questa pianta erbacea, spesso considerata un’erbaccia fastidiosa, nasconde in realtà importanti proprietà terapeutiche che la rendono un valido alleato naturale nella gestione delle infezioni urinarie.