Fornelli senza glutine con il miglio

miglio

Il miglio (Panicum miliaceum) è una pianta erbacea annuale che rientra nel gruppo dei cereali minori e fa parte della famiglia delle Poaceae (o Graminacee), la stessa del mais. I fiori sono riuniti in infiorescenze a pannocchia, dalle dimensioni di 15-20 cm. Alla fine dell’estate vengono prodotte le spighe, al cui interno vi sono migliaia di piccoli frutti che vengono poi decorticati per raccogliere i semi duri all’interno: quelli che finiscono poi sulle nostre tavole.

FACILMENTE DIGERIBILE E ALLEATO DELL’INTESTINO

Il miglio ha un valore dietetico elevato ed è un cereale nutriente e facilmente digeribile, adatto perciò in caso di acidità di stomaco e gastrite, adatto ai bambini, agli anziani, alle donne in gravidanza e in tutte quelle situazioni in cui la digestione risulta più difficoltosa. Ha potere ricostituente ed energizzante.

Dal punto di vista nutrizionale presenta carboidrati di ottima qualità, un contenuto di proteine del tutto paragonabile a quello del grano (11%), nonché alti contenuti di sali minerali e fibra grezza. Il ricco contenuto di fibre fa del miglio un lassativo naturale, ottimo alleato dell’intestino in caso di stipsi e costipazione. È inoltre ricco di vitamina A e vitamine del gruppo B, specialmente niacina (B3), B5, B6 e acido folico. 100 grammi di prodotto forniscono all’organismo circa 360 kcal.
Altri minerali importanti contenuti sono il calcio, il ferro, il potassio, il fosforo, il magnesio e lo zinco.
Il miglio ha un alto contenuto di acido silicico e per questo viene considerato un toccasana per pelle, capelli, unghie e smalto dei denti, poiché stimola la produzione di cheratina. Lo troviamo, infatti, in molti integratori formulati per il benessere della pelle, delle unghie e dei capelli.

All’interno del suo contenuto proteico sono inoltre assicurati tutti gli amminoacidi, compresi quelli essenziali, ovvero quelli che l’organismo umano non riesce a produrre e deve perciò necessariamente assumere con gli alimenti.

La componente lipidica è costituita quasi completamente da grassi insaturi, tra cui omega-3 e omega-6, che prevengono l’accumulo di colesterolo e trigliceridi nel sangue, aiutando a mantenere il benessere del sistema cardiovascolare.
Inserire questo cereale nella dieta può inoltre aiutare soggetti anemici, per l’apporto di ferro, i soggetti con osteoporosi, perché conferisce un apporto importante di calcio e vitamina D, e può aiutare molto nelle diete dimagranti, essendo povero di grassi e privo di colesterolo.
È un cereale naturalmente senza glutine e si rende perciò adatto a un’alimentazione gluten-free, fondamentale per persone celiache e per chi presenta intolleranze o allergie al glutine o al grano. Per il contenuto proteico di buona qualità è indicato anche per chi segue diete vegetariane o vegane.
È particolarmente indicato nello svezzamento dei neonati, quella fase in cui non si inseriscono ancora cereali contenenti glutine.

ATTENZIONI E CONTROINDICAZIONI

Una attenzione da avere se si hanno problemi alla tiroide è quella di non consumare miglio in dosi eccessive, poiché è stata dimostrata una blanda azione inibitrice della perossidasi tiroidea, l’enzima coinvolto nella sintesi degli ormoni tiroidei. Alcuni recenti studi hanno rivelato una correlazione tra celiachia e tiroidite autoimmune, quindi a maggior ragione è importante sapere che in questi casi è bene non eccedere nelle dosi, tanto come abbiamo visto dall’inizio dell’anno e vedremo più avanti in questa rubrica del FarmaCom le alternative senza glutine sono tante e molto valide.
Una importante controindicazione riguarda le persone allergiche alle graminacee, famiglia di cui il miglio fa parte.

IL MIGLIO IN CUCINA

Lasciate andare la fantasia… la bontà è assicurata!

In commercio troviamo il miglio sotto diverse forme tra cui il miglio decorticato, soffiato, sotto forma di snack, farina, fiocchi, gallette e bevande.
Ma anche semplicemente un poco lavorato in cucina dà ottimi risultati!
Per mantenere intatte le sue proprietà il modo migliore di cucinarlo è quello di evitare di lessarlo e scolarlo, ma cuocerlo in una casseruola in una quantità d’acqua doppia rispetto alla sua (per esempio una tazza di miglio e due tazze di acqua), con un pizzico di sale. Lasciare che l’acqua si assorba completamente, senza scolare. Non necessita di ammollo precedente e la sua cottura è ottimale in circa 20 minuti.
Una volta pronto si può condire a piacere, con verdure e olio extravergine di oliva, oppure si può utilizzare come base per polpette o sformati, arancini o crocchette, zuppe, primi piatti, ripieni e addirittura dolci.

CENNI STORICI

Dalla preistoria ai nostri giorni

È una pianta coltivata fin dalla preistoria, che si è poi diffusa in tutto il vecchio continente. Ad oggi il miglio risulta coltivato in diverse regioni dell’Asia e dell’Africa, mentre nei paesi occidentali è coltivato in modo sporadico. È una pianta esigente dal punto di vista delle temperature, per crescere bene richiede infatti un clima temperato; allo stesso tempo è una pianta robusta, che sopporta bene la siccità, che cresce bene anche su terreni poveri e secchi e soprattutto è una pianta che regala sempre raccolti abbondanti. La sua storia pare abbia origine nel Medio Oriente o in Asia centrale, o forse in India. In Italia è stato rinvenuto in tombe del Neolitico.

La storia ci tramanda un suo largo utilizzo in epoca Romana, raggiungendo poi la sua massima diffusione nel primo Medioevo; veniva molto usato come sostituto della carne nei periodi in cui la Chiesa ne ordinava l’astinenza o nei periodi di carestia. Subì successivamente un lento declino, poiché venne sostituito da cereali maggiormente produttivi. Rimase comunque famoso a livello storico per aver salvato gli abitanti di Venezia dalla fame durante l’assedio da parte dei Genovesi nel 1378 (i Veneziani ne avevano stoccate grandi quantità) e per molti piatti della tradizione tramandati per secoli, tra cui la polenta di miglio, piatto tipico dell’Italia settentrionale, in particolare preparato in Veneto, Lombardia e Trentino.

Ad oggi nei paesi industrializzati viene utilizzato principalmente come componente di mangimi e becchime per piccoli uccelli, anche se lentamente negli ultimi anni sta tornando a essere utilizzato come alimento in diete particolari. In Asia e Africa viene tutt’ora utilizzato come alimento, anche se in quantità inferiori rispetto a sorgo e riso.
È presente in moltissime varietà, ma quello bianco è la tipologia più comune in Italia e in Europa.

Ilaria Vitulano – farmacista Farmacia Comunale 42 Torino Experta e Free Food