24 ottobre: conferenza su polifenoli e antiossidanti

frutta e verdura

Polifenoli e antiossidanti per affrontare l’inverno.
Contrastare i radicali liberi con la giusta alimentazione.
È il tema della conferenza che si terrà giovedì 24 ottobre – dalle ore 18.00 alle 19.30 – presso la saletta conferenze della farmacia comunale 45 in via Scalenghe 4 (quasi angolo via Monginevro) a Torino.
Per una anticipazione dell’argomento, pubblichiamo l’articolo della relatrice, la dottoressa Gigliola Braga, biologa nutrizionista.

Polifenoli e antiossidanti per affrontare l’inverno

Polifenoli e antiossidanti sono termini oggi molto utilizzati che si associano a un effetto positivo sul nostro organismo e sulla nostra salute. In effetti, sono sostanze protettive e rinforzanti che si trovano soprattutto negli alimenti di origine vegetale come verdure, frutta ecc.

Per questo motivo vengono definiti fitocomposti (phyto = pianta) e, assieme a vitamine e minerali, rappresentano il gruppo dei micronutrienti che svolgono un importante ruolo nutrizionale.

Che cosa sono i polifenoli 

I polifenoli sono metaboliti secondari che svolgono svariate funzioni di protezione della pianta la quale, non potendo scappare per difendersi e dovendosi garantire la sopravvivenza, produce sostanze chimiche che la riparano dall’azione dei raggi ultravioletti, dagli agenti patogeni, dagli erbivori e nel contempo le consentono di effettuare la rigenerazione e la cicatrizzazione dei tessuti, la proteggono con la loro azione antiossidante, attirano gli impollinatori attraverso pigmenti colorati ecc.
L’uomo non è in grado di produrre polifenoli, ma normalmente li assume con il cibo quando mangia frutta, verdura, olio d’oliva, erbe aromatiche ecc. Se ne conoscono all’incirca 8.000 tipi ma si stima che possano essercene 100.000.

Da quando esiste, il nostro organismo si è sempre confrontato con queste sostanze che hanno subito una drastica diminuzione con l’avvento dell’agricoltura. La tutela dei raccolti che ne è conseguita ha abbassato la naturale necessità della pianta di provvedere a sé stessa, diminuendo così le spontanee attività del suo sistema immunitario, come spesso vengono definite queste molecole. La loro influenza sull’uomo si pensa sia stata determinante persino nella selezione del microbiota, l’insieme di microorganismi che stazionano nel nostro intestino dove svolgono importantissime funzioni connesse con la salute.

Queste sostanze xenobiotiche completamente estranee al nostro organismo, non fanno parte della nostra biochimica, ma la maggior parte di loro è in grado di interferire a più livelli sul sistema dei nostri segnali cellulari tanto da avviare, per esempio, un benefico meccanismo antinfiammatorio generale con importanti ricadute positive sul sistema biologico della cellula e dell’intero organismo.

In vitro i polifenoli si sono dimostrati efficaci antiossidanti, ma una volta ingeriti diventano molecole attive capaci di accendere nella cellula una risposta biorigenerante: stimolano la sintesi di altri antiossidanti, svolgono l’azione antinfiammatoria già citata e ringiovaniscono le capacità ossidative cellulari. In pratica attivano nell’organismo gli interruttori che dicono alla cellula di reagire per difendersi mettendo in atto gli efficacissimi meccanismi adattativi necessari alla sua sopravvivenza.

Normalmente serve uno stimolo stressante come per esempio l’esposizione ai raggi UV o la restrizione calorica per accendere queste reazioni cellulari che invece i polifenoli innescano senza l’intervento di una condizione negativa.
Il risultato è una cellula allenata a tararsi in base alle necessità per superare gli stress quotidiani.

Che cos'è un antiossidante

Un antiossidante è una molecola in grado di trasformare i radicali liberi in sostanze inoffensive, riducendone gli effetti dannosi. I radicali liberi sono molecole o atomi molto reattivi perché hanno perso un elettrone e quindi possiedono un protone spaiato. Non si può vivere senza radicali liberi utili ad estrarre energia dal cibo, a difenderci da infezioni virali e a produrre gli ormoni necessari: è proprio questa condizione di instabilità a consentire loro di svolgere importanti compiti biologici.

Tuttavia, quando i radicali liberi sono eccessivi, la loro necessità di ricomporre l'equilibrio protone-elettrone finisce per danneggiare a caso altre molecole a cui sottraggono gli elettroni, rendendole a loro volta radicali liberi e innescando una reazione a catena conosciuta come propagazione dei radicali liberi, che può nuocere e indebolire l'organismo se non viene fermata: si possono ossidare e danneggiare i grassi, le proteine, il DNA.

Per questa ragione il nostro corpo ha sviluppato parecchi enzimi e molecole antiossidanti che tengono controllato il loro eccesso. Una proteina diventata radicale libero può legarsi al glucosio, producendo proteine glicosilate che aderiscono alla superficie interna delle arterie e dei capillari costituendo un rischio per l'aterosclerosi, gli infarti, i problemi renali. Se il radicale libero attacca il DNA, causa un danno genetico che, se non corretto, può provocare la produzione di proteine difettose nei cicli successivi di replicazione. Si stima che un radicale libero su centomila possa danneggiare il DNA, ma i numeri diventano iperbolici se si pensa che ogni cellula degli innumerevoli miliardi di cellule presenti in un organismo produce radicali liberi, il 6% dei quali sfugge ai sistemi biologici di controllo e comincia a vagabondare generando queste mine vaganti.

Ne consegue uno stress ossidativo che nell’organismo può avere un effetto molto negativo se non è contrastato adeguatamente non solo dai meccanismi interni, anche dall'alimentazione la quale costituisce una importante risorsa contro i radicali liberi.
Il contenuto in antiossidanti è diverso nei vari alimenti ed è indicato dalla scala ORAC (Capacità di Assorbimento del Radicale libero Ossigeno). La quota consigliata per un adulto è 5.000 unità al giorno.
Nell'organismo l'azione antiossidante delle sostanze non è isolata, ma sinergica con le altre. Per esempio, l'azione antiossidante della vitamina E necessita di adeguate quantità di vitamina C per contrastare i radicali liberi.

Pertanto, l'utilizzo pedissequo dei valori ORAC non serve a garantire il vantaggio di una dieta equilibrata e varia dove sono presenti diversi elementi antiossidanti di cui l'elenco nel box fornisce qualche utile informazione di riferimento.