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L’interesse per i problemi relativi alle allergopatie è notevolmente aumentato negli ultimi anni: nella genesi di tali patologie è rilevante la predisposizione genetica, ma sono molto importanti le interazioni ambientali complesse che comprendono la qualità delle abitazioni, le abitudini alimentari, l’inquinamento industriale e chimico dell’ambiente di vita.

In molti casi le malattie allergiche riducono la qualità di vita degli individui che ne sono affetti provocando una perdita di produttività e di giornate lavorative, e di conseguenza i problemi clinici e gestionali legati a tali malattie esercitano un impatto molto negativo anche in termini di costi socio economici.

Esiste però ancora grande confusione nell’opinione pubblica sulla natura e sulle strategie terapeutiche da adottare. Vediamo di seguito:

CHE COSA SONO LE ALLERGIE?

 

Possiamo definirle come “reazioni alterate” dell’organismo nei confronti di stimoli che in situazione di normalità non dovrebbero indurre alcuna risposta da parte del sistema immunitario. In altri termini se un soggetto normale respira un granulo di polline o un acaro della polvere, eliminerà per vie fisiologiche il polline o l’acaro, senza determinare nessun tipo di patologia. Nel soggetto allergico invece, l’incontro con queste sostanze (allergeni) indurrà una reazione o un’infiammazione responsabile dei sintomi. Le malattie allergiche sono quindi affezioni che si manifestano con quadri clinici diversi a carico di vari organi e apparati (ad esempio: respiratorio, oculare, cutaneo, gastrointestinale) aventi comuni meccanismi, dipendenti da un’anomala reattività dell’organismo verso sostanze estranee (allergeni) che determinano specifiche reazioni immunitarie responsabili delle manifestazioni cliniche.

 

È VERO CHE NON SI GUARISCE DALL’ALLERGIA?

 

Non è facile rispondere a questa domanda in maniera semplice. È certo che la malattia ha un carattere familiare, in altri termini è più facile trovare soggetti allergici in famiglie di allergici. Non è pertanto pensabile parlare di “guarigione”, in relazione a malattie che in qualche modo sono trasmesse geneticamente. La finalità di una corretta gestione di una malattia allergica è quella di ottenere la riduzione ai minimi termini (o la totale scomparsa nei casi più favorevoli) delle manifestazioni cliniche, migliorando in tal modo la qualità di vita del paziente allergico. Pur permanendo la predisposizione genetica a manifestare la malattia, il fatto di ottenere, con una corretta strategia terapeutica, la totale (o quasi) assenza di sintomi equivale in senso pratico ad una guarigione.

 

 

 

COME E QUANDO SOSPETTARE UN’ALLERGIA?

 

È facile. Normalmente i sintomi di allergia compaiono senza febbre, caratteristica invece delle malattie infettive. Quando compare ad esempio una “bronchite” o una “bronchite asmatica” con tosse, mancanza di fiato ma senza febbre è, con grande probabilità, di natura allergica. Lo stesso possiamo dire per un “raffreddore” che dura più dei normali 6-7 giorni. Un altro criterio molto semplice per sospettare un’allergia èrappresentato dal contemporaneo interessamento di differenti organi: un soggetto che presenta congiuntivite, rinite e asma, senza essere affetto da tre malattie diverse ma da un’unica patologia che si localizza a livello di vari organi. Questo concetto di sistemicità della malattia allergica è fondamentale per la scelta della cura.

 

 

A CHI RIVOLGERSI QUANDO SI SOSPETTA DI ESSERE ALLERGICI?

 

Il medico di famiglia e il farmacista rappresentano tradizionalmente gli interlocutori fiduciari di primo approccio. Il medico sarà poi in grado di indirizzare il paziente verso uno specialista in Allergologia e Immunologia clinica, in grado di programmare i differenti tipi di accertamenti diagnostici necessari per la definizione di ogni forma di allergia. 

 

 

 

COME SI CURANO LE ALLERGIE?

 

Nella buona pratica clinica si cerca di individuare le cause di una malattia al fine, se possibile, di rimuoverle. La gestione terapeutica delle allergie si basa da sempre su tre pilastri fondamentali e insostituibili: la prevenzione, la terapia farmacologica e i cosiddetti “vaccini” (anche se la denominazione corretta èimmunoterapia allergene specifica). 

 

Se in passato l’immunoterapia era considerata solo “curativa”, oggi è stata dimostrato che è anche “preventiva”. L’immunoterapia, infatti, non è in grado di eliminare il difetto genetico ma è in grado di riportare gradualmente il sistema immune dall’atopico ad una situazione vicino alla normalità.

Gianni Cadario, Direttore SC Allergologia e Immunologia Clinica AO Città della Salute di Torino (Molinette)
Coordinatore Rete Ospedaliera di Allergologia Regione Piemonte Responsabile Osservatorio Gravi Reazioni Allergiche Regione Piemonte.

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