Chi influenza le scelte alimentari degli adolescenti?

I cambiamenti fisici, psicologici e sociali dell’adolescenza sono stati destabilizzanti per tutti, ma negli ultimi anni la situazione è stata ulteriormente complicata dall’aumento smisurato di pressioni a cui ragazzi e ragazze vengono sottoposti. La loro personalità è in fase di formazione, è alla ricerca continua di risposte e conferme, anche per quanto riguarda l’alimentazione. In questo momento della vita, ragazzi e ragazze devono nutrirsi in modo vario e ben bilanciato, perché il corpo è in una fase di cambiamento e crescita esplosiva che comporta un aumento dei fabbisogni di macro e micronutrienti (come abbiamo visto insieme nel numero di Maggio – Giugno 2020 di Farmacom).

L’identità sociale e l’alimentazione

Allo stesso tempo, però, il cibo diventa uno strumento che l’adolescente usa per costruire la propria identità sociale, spesso spinto da modelli più imposti che scelti. Ecco allora che le ragazze tendono verso l’ideale di un corpo esile e magro, mentre i ragazzi verso un modello di corpo muscoloso e prestante. L’alimentazione per gli adolescenti è quindi completamente sganciata dalla salute, ma diventa, insieme all’attività fisica, un mero strumento attraverso il quale provare quasi a domare i cambiamenti così destabilizzanti di corpo e psiche che sentono di subire passivamente. In questa transizione dall’infanzia verso l’età adulta, l’adolescente cerca il supporto di chi è in grado di comprenderlo, capirlo e lo trova, come sempre, non nei genitori ma nei suoi pari, che diventano il nuovo punto di riferimento. Parliamo di influencer, blogger, youtuber e di tutta la pletora di personaggi che popolano il mondo digitale e in particolare quello dei social, in cui i ragazzi vivono immersi per buona parte del loro tempo. In questo modo, gli adolescenti ricevono continui messaggi fuorvianti che o spingono verso il consumo di cibo o l’uso di fantomatici cibi miracolosi e l’attività fisica esasperata (comportamenti che, se estremizzati, sfociano nel patologico e sono noti come ortoressia e bigoressia).

Il marketing sugli adolescenti

Partiamo innanzitutto dal punto di vista dell’azienda: gli adolescenti sono assidui utilizzatori dei social e la loro capacità di spesa aumenta man mano che i ragazzi crescono e questo li rende i consumatori ideali per ogni azienda, non solo del comparto alimentare. Diversi studi hanno evidenziato che la pubblicità diretta (il classico spot sui media tradizionali, ma anche il banner pubblicitario sui siti o su Facebook) non ha molta presa su di loro. Al contrario, adolescenti e giovani sono più ricettivi verso i messaggi non esplicitamente pubblicitari, soprattutto quando questi vengono condivisi dai loro pari. Sui social, il marketing delle aziende alimentari o di alcolici è più ambiguo perché spesso non viene dichiarato e si concretizza ad esempio, con la comparsa “casuale” di un prodotto all’interno di una foto o di un video “insospettabili”. In questo modo la reazione non sarà più quella classica che si ha davanti allo stacco pubblicitario che ci infastidisce in TV, ossia cambiare canale o prestare poca attenzione al messaggio, ma il prodotto verrà percepito come parte integrante del mondo (e del successo) dell’influencer, del blogger o dello youtuber.

È bene prendere coscienza quanto prima del problema e farsi guidare da professionisti del settore piuttosto che lasciare l’adolescente in balia delle varie sirene social. Diventa quindi fondamentale educare i figli all’uso dei social e metterli in guardia anche dai messaggi che sembrano innocui, ma che in realtà hanno fini manipolatori.

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