Che cos’è il saturimetro e come funziona

il saturimetro: che cos'è e come funziona

di Vittorio Motta

Durante il periodo di emergenza pandemica abbiamo sentito spesso parlare del saturimetro, uno strumento piuttosto utile per capire se sia il caso di allarmarsi in presenza di sintomi sospetti da Covid-19. Analizziamo meglio alcune delle sue caratteristiche.
Il suo nome riflette direttamente la sua funzione: misura, cioè, la saturazione dell’ossigeno, il parametro che permette di stimare la quantità di ossigeno presente nel sangue. É uno strumento facile da utilizzare, non invasivo, che fornisce indicazioni preziose sui primi segnali di difficoltà polmonare. Può succedere, infatti, che in caso di malattie polmonari o cardiovascolari, la quantità di ossigeno contenuto nel sangue arterioso di tutto il corpo sia più bassa rispetto al normale; questa condizione è nota come ipossiemia. Il saturimetro è costituito da una sonda a forma di pinza (responsabile della misurazione) che viene posizionata all’estremità di un dito della mano, al lobo di un orecchio o, nel caso di bambini molto piccoli, al piede. Dopodiché, un’unità di calcolo interna allo strumento raccoglie i dati della soglia, li elabora e li trasmette sull’apposito monitor di cui lo strumento è dotato.
I valori di saturazione dell’ossigeno nel sangue si possono attestare in diversi range di percentuali:

Sopra il 96% sono da considerarsi valori normali di ossigenazione;
Tra il 95 e il 93% sono indicativi di possibili problemi di ossigenazione e indicare, cioè, una lieve ipossiemia;
Tra il 92 e il 90% sono indicativi di ossigenazione insufficiente; tuttavia possono risultare normali se rilevati da persone affette da broncopneumopatie croniche ostruttive;
Al di sotto del 90% indicano una severa deficienza di ossigeno (grave ipossiemia);
Il valore di 100, infine, senza somministrazione artificiale di ossigeno può essere sintomo di iperventilazione (respiro affannoso e superficiale), tra le cui cause si annoverano gli attacchi di panico.

Se il saturimetro non viene utilizzato in condizioni ottimali, la misurazione dell’ossigeno può risultare ostacolata o artefatta. Occorre dunque:

– eliminare gel o smalto semi-permanente per unghie, in particolare quello nero, blu o verde;
– riposare qualche minuto prima della misurazione;
– utilizzare il dito indice o medio della mano dominante, che dovrà essere tenuta al di sotto del livello del cuore in modo che il sangue arterioso ossigenato non debba combattere contro la forza di gravità;
– non limitarsi a una lettura rapida del valore di saturazione ma è bene osservarel’andamento dei valori per 30-60 secondi e considerare, come risultato definitivo, la lettura rilevata con maggiore frequenza;
– Non avere le mani troppo fredde;
– cercare di rimanere fermi, poiché eventuali movimenti possono creare mancate letture dell’onda pulsatile;
– controllare che le batterie del dispositivo siano cariche.

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