La pet therapy: una pratica in via di sviluppo

La pet therapy

di Paola Sclaverano

La pet therapy indica un insieme di progetti finalizzati al miglioramento della salute attraverso la creazione di relazioni empatiche uomo-animale. Le attività possono essere classificate in tre gruppi: terapia assistita con animali, educazione assistita con animali, attività assistita con animali. Quest’ultima può essere eseguita tramite la sola assistenza da parte di volontari; le terapie assistite, invece, devono essere monitorate da professionisti e richiedono prescrizione medica. 

Quando nasce la pet therapy?

Le origini della pet therapy sono millenarie, ma il termine venne utilizzato per la prima volta in America, alla fine degli anni ‘50. Durante le sedute con un suo paziente affetto da autismo, il neuropsichiatra Levinson notò che la vicinanza del suo cane trasmetteva al ragazzo tranquillità. Negli anni seguenti, anche grazie alla pubblicazione di diversi studi scientifici in materia, venne sviluppata una vera e propria realtà di interventi assistiti con animali.

Come fa la pet therapy ad apportare beneficio all’essere umano? 

La pet therapy si basa sul rapporto emotivo che si instaura tra uomo e animale. Diversi studi hanno dimostrato come sia il contatto fisico che quello emotivo abbassino la produzione di cortisolo e, contemporaneamente, stimolino il rilascio di endorfine e dopaminaÈ stato anche evidenziato che una semplice carezza al pelo dell’animale comporta per l’uomo un abbassamento della pressione sanguigna, del battito cardiaco e del livello di glicemia nel sangue.

La pet therapy, inoltre, favorisce la stimolazione psichica del soggetto, mentre nei bambini e negli adolescenti che presentano un ritardo dello sviluppo il legame con l’animale incrementa sia lo sviluppo personale che l’autostima. Generalmente, alla pet therapy viene associata la figura del cane ma ci si avvale di diversi animali domestici in grado di relazionarsi con l’uomo. Per esempio, i benefici che derivano dalla terapia con il cavallo sono di natura sia psicologica che fisica: la specifica posizione assunta in sella e le caratteristiche del movimento dell’animale producono effetti positivi sulla muscolatura, sull’equilibrio, sul ritmo e sui sistemi cardiaco e respiratorio. 

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