Corpo e mente in allarme

di Rossella Borneo

Il termine stress deriva dal lessico dell’ingegneria applicata per indicare la tensione a cui è sottoposto un ponte durante il transito di un veicolo; entra a far parte del glossario delle discipline psicologiche nel 1932, grazie al fisiologo Walter Bradford Cannon che, per primo, lo utilizza nell’accezione di “stimolo nocivo”; nel 1936, il medico austriaco Hans Selye definisce lo stress come l’insieme delle reazioni fisiologiche e psicologiche messe in atto per far fronte a una minaccia o a una sfida, teorizzando la cosiddetta sindrome generale di adattamento, con cui vengono suddivise in tre fasi (allarme, resistenza ed esaurimento) la somma delle reazioni conseguenti a una prolungata esposizione allo stress.

La letteratura evidenzia una forte correlazione tra stress e ansia. 

Gli stressors, ossia le fonti di stress provenienti dall’esterno o dall’interno, ci espongono al rischio di sviluppare disturbi d’ansia. Alcuni avvenimenti della nostra vita, infatti, possono sottoporci a un’ eccessiva pressione che, se prolungata nel tempo, può dare origine a  sintomi riconducibili a stati d’ansia. Mentre lo stress, come detto precedentemente, è determinato da fattori esterni, l’ansia può scaturire da un senso di paura, di incertezza, di minaccia o di pericolo che, in alcuni casi, non ha alcun collegamento  specifico. Allo stesso modo, così come la reazione a una fonte di stress differisce da persona a persona, anche la manifestazione di uno stato d’ansia è personale e strettamente collegata al momento in cui il soggetto si trova e alle risorse che ha a disposizione, siano esse interne o esterne.

L’ansia è una condizione che comporta un’attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa.

Può quindi essere considerata, in alcuni casi, una risorsa, una condizione fisiologica utile a proteggerci dai rischi e a mantenere lo stato di allerta. Quando, però, lo stato di allerta è eccessivo, prolungato e ingiustificato, esso si traduce in disturbo d’ansia.

Analogamente allo stress, che comprende l’“eustress” o stress positivo e il “distress” o stress negativo, anche  l’ansia si distingue in  “ansia psicologica”, condizione di attivazione funzionale alla sopravvivenza, e “ansia patologica”, condizione che induce la persona a vivere alcune situazioni sentendosi minacciata da una sensazione di impotenza e apprensione.

I principali disturbi d’ansia  sono i seguenti:

  • disturbo d’ansia generalizzato: è caratterizzato da eccessiva e incontrollabile preoccupazione di fronte a qualsiasi circostanza, con aspettativa pessimistica per qualsiasi evento e si manifesta anche con sintomi fisici quali vampate, nausea, sudorazione, batticuore, nodo alla gola;
  • fobie specifiche, tra le più comuni la paura dei cani, dei topi, dell’aereo, dei ragni, degli spazi chiusi;
  • fobia sociale, che porta a evitare  situazioni interpersonali  o di prestazione in pubblico per il timore di comportarsi in un modo percepito come sbagliato, imbarazzante o umiliante;
  • attacchi di panico, episodi di intensa e improvvisa paura con sintomi somatici quali palpitazioni, dolore al petto, nausea, vertigini, tremore, brividi e paura di morire o di impazzire. Singoli episodi possono portare al disturbo di panico, dato dalla cosiddetta “paura della paura”, quindi il timore di avere una crisi di panico  in presenza di altre persone;
  • disturbo da stress post traumatico, che può svilupparsi in seguito a un evento traumatico in cui il paziente è stato coinvolto direttamente o  a cui ha assistito e che ha provocato morte, minaccia di morte, lesioni o minaccia all’integrità fisica propria o altrui. Questo disturbo deve essere affrontato in modo maggiormente approfondito.

Oltre a questi disturbi, lo stress può essere riconducibile a differenti tipi di problematiche, che comprendono disturbi del sonno, disturbi digestivi, disturbi correlati al sistema immunitario, disturbi del comportamento alimentare, problemi dermatologici e malattie cardiovascolari. 

L’intento dell’articolo è di introdurre una problematica che in realtà è assai più complessa.

I disturbi d’ansia, infatti, non sono certamente riducibili a un elenco corredato da una breve descrizione.

Da professionista, ricordo e consiglio sempre di rivolgersi a persone competenti nei momenti di difficoltà: questa decisione può impattare significativamente sulla qualità della vita, in quanto può portare a scoprire aspetti personali che non si conoscevano, le proprie risorse personali e può aiutare a gestire con maggior consapevolezza alcune situazioni riuscendo, nel contempo, ad affrontare nuove sfide.