L’elisir del canto

di Desolina Ravetta

L’erisimo, o Sisymbrium officinale (L.) Scop., è una pianta medicinale appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, poco nota dal punto di vista botanico e agronomico. Nasce nella zona del Nord Africa e cresce preferibilmente in luoghi abbandonati e ai bordi delle strade. Risulta inoltre particolarmente diffusa in Europa e in Asia, mentre in Italia la sua coltivazione è limitata a piccole realtà locali e non è diffusa su larga scala, come invece accade per altre piante officinali. 

L’erisimo è anche conosciuto con il nome di erba cornacchia in Italia, e di hedge mustard in Inghilterra. Questi soprannomi prendono ispirazione proprio dalle sue proprietà: costituisce infatti un utile rimedio per laringiti, faringiti, tosse, afonia, raucedine e viene considerata l’erba dei cantanti per il suo effetto benefico sulle corde vocali. Non a caso il suo nome deriva dal greco e letteralmente significa io salvo il canto. Già noto nella Francia di Luigi XIV, l’erisimo era assai diffusa tra cantanti lirici, oratori, predicatori, attori di teatro e insegnanti. Ancora oggi la sua fama non si è affievolita e viene utilizzata da cantanti famosi sia della lirica che della musica leggera.

La normativa attuale prevede che se l’uso medicinale di una pianta risale a più di 30 anni in comunità europea, questa possieda il requisito per ottenere una procedura di registrazione semplificata. Così come da direttiva 2004/24/EC, l’erisimo ha le giuste proprietà per ottenere la qualifica di prodotto erboristico medicinale tradizionale per il sollievo dall’irritazione della gola e della tosse. 

IL CANTO

Per riuscire a cantare per ore riducendo lo sforzo e mantenendo una voce sempre gradevole, occorre imparare a usare la voce in modo nuovo. Il meccanismo istintivo di fonazione non è sufficiente: la voce, una volta impostata, percorre una o più delle cavità orofaringee, craniali e tracheali come cassa di risonanza, secondo il principio sfruttato in molti strumenti musicali a corde, creando così un secondo sistema oscillante accoppiato con quello delle corde vocali.

Quando ci si dedica al canto, è importante controllare la respirazione e i muscoli coinvolti (diaframma e muscoli addominali), tenere la cassa toracica il più possibile aperta e  modellare gola, palato, lingua e labbra per mantenere la risonanza al variare della nota che si sta emettendo. In questo modo le corde vocali devono soltanto iniziare, e successivamente regolare, una vibrazione che si autosostiene, sorretta dalla pressione dell’aria in arrivo dai polmoni. Se la tecnica di canto risulta quindi corretta, non si riscontrano problematiche particolari a livello delle corde vocali dal momento che queste vengono sollecitate assai poco; dopo aver cantato mezz’ora o più con voce impostata si dovrebbe avvertire la gola perfettamente riposata e fresca. 

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE

I principali markers chimici per Sisymbrium officinale sono i composti solforati, specialmente glucosinolati e isotiocianati, che rappresentano i classici componenti bioattivi delle Brassicaceae. Il principale glucosinolato è la glucoputranjivina, mentre i composti solforati stimolano la secrezione mucosa del tratto respiratorio superiore favorendo l’espettorazione, attività confermata dall’uso tradizionale per infusi e cataplasmi. In vitro, l’erisimo risulta possedere un potenziale anti-infiammatorio, una spiccata attività miorilassante sulla trachea isolata di cavia e una buona attività antibatterica.

Per quale motivo l’uso tradizionale dell’erisimo si rivolge in modo tanto specifico alla voce?

Nonostante l’uso consolidato dell’erisimo, non si conosce ancora con precisione il suo meccanismo d’azione. L’infiorescenza contiene un 10% di mucillagini che giustificano l’azione emolliente e idratante della gola ma, in realtà, vi sono piante che ne contengono molto di più. Eppure, in uno studio clinico che ha coinvolto un piccolo gruppo di pazienti con disabilità vocale come disfonia funzionale, disfonia organica, reflusso faringo-esofageo, flogosi delle alte vie aeree, l’erisimo ha mostrato una marcata efficacia nel facilitare l’uso della voce, con una riduzione del 30% della disabilità percepita. L’effetto umettante e antinfiammatorio dell’erisimo sembra localizzarsi proprio sui margini delle corde vocali che, in caso di flogosi, rischiano di frizionare lesionandosi.

Il piccante, il pungente, l’amaro sono tipici di alcune spezie e sono generate da specifiche molecole in grado di attivare particolari recettori i TRP (Transient Receptor Potential). Questi recettori, oltre a mediare le sensazioni gustative sono coinvolti in molteplici meccanismi legati alla percezione dolorosa di origine neuropatica e infiammatoria. I TRPA1 mediano la sensazione di pungenza generata per esempio dagli isotiocianati contenuti nella senape e nel wasabi. Il sapore amaro è mediato dalla famiglia dei T2Rs espressi in maniera importante a livello dell’apparato respiratorio, dove probabilmente svolgono un ruolo nei meccanismi di difesa aiutando il rilassamento della muscolatura liscia dei bronchi.

IL SAPORE

Il sapore dell’erisimo fresco è leggermente amaro e presenta un profilo gustativo che ricorda la senape. Gli isotiocianati presenti nella pianta vengono percepiti nel cavo orale con la sensazione di pungenza; ciò porta a supporre che i composti agonisti dei recettori dell’amaro e del piccante potrebbero essere coinvolti nella modalità di azione dell’erisimo.