Svezzamento: quando iniziare?

Svezzamento non significa privazione totale del latte, ma fa riferimento a un periodo in cui il latte (materno o formulato) viene affiancato da altri alimenti, a cui lascerá un po’ alla volta sempre più spazio e importanza.

Quando occorre iniziare con lo svezzamento?

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanitá ) raccomanda l’allattamento al seno esclusivo fino ai sei mesi di vita, che ha dimostrato effetti positivi sia sulla salute del bambino (malattie gastrointestinali, otite media, malattie respiratorie, malattia atopica) che su quella della madre (prolungamento dell’amenorrea, ossia l’assenza di ciclo mestruale, e ridotta probabilitá  di una gravidanza ravvicinata, che aumenta il rischio di parto prematuro).

Dopo i 6 mesi, i cibi solidi dovrebbero essere introdotti in maniera complementare all’allattamento al seno che può continuare fino a 2 anni e oltre a seconda di quanto deciso da mamma e bambino.

Esistono segnali chiari e comportamenti specifici del bambino che indicano quando é giunto il momento di introdurre alimenti diversi dal latte. Tra questi includiamo:

  • tendenza a rimanere seduto da solo o con il minimo supporto: il bambino, tenendo la testa allineata con il tronco, é in grado di deglutire il bolo alimentare;
  • perdita del riflesso di estrusione: si tratta di un riflesso involontario. È possibile osservarlo quando, toccando delicatamente con un cucchiaino le labbra di un lattante di 4-5 mesi, la lingua emerge tra le labbra socchiuse. In questo momento, se si cerca di inserire il cibo con forza in bocca, il bambino lo respingerà perché non è ancora in grado di trattenere il cibo. Questo non è dovuto alla sua incapacitá, quanto piuttosto al fatto che non è ancora fisiologicamente pronto;
  • tendenza ad afferrare il cibo con la mano aperta  (e/o oggetti, come i suoi giochi) avvicinandolo alla bocca;
  • interesse per il cibo;

Non è invece necessario che siano spuntati i primi dentini!

Quando queste caratteristiche si manifestano, é il momento di avviare la fase esplorativa. Durante questo periodo, i bambini non mangiano, ma piuttosto esplorano il cibo per soddisfare la loro innata curiositá: lo toccano con le mani, lo schiacciano per percepirne la consistenza, ma ne assaggiano solo piccole quantità. Questa fase, che non serve a saziare lo stomaco ma a fornire al cervello preziose informazioni, dura circa una decina di giorni e solo dopo i bambini iniziano a mangiare davvero. Questo perché il bisogno del bambino non è tanto quello di nutrirsi, ma piuttosto quello di imparare a gestire una nuova realtà.

Proprio come quando inizia a camminare o a parlare, situazioni in cui non interferiremmo mai con il processo naturale, dobbiamo concedere al bambino la libertá di sperimentare con il cibo. Nel giro di poco tempo, tutti i bambini passano comunque dalla sperimentazione con le mani all’assaggio. Ciascuno a suo modo: alcuni si mostrano maggiormente prudenti, altri più spavaldi. In ogni caso, indipendentemente dall’approccio adottato, arriverà  il momento in cui il cibo verrà portato in bocca e sarà necessario imparare a gestirlo. Anche senza denti, l’unico modo per imparare a masticare è praticare: se il bambino viene esposto per troppo tempo solo a cibi semiliquidi come le pappe, potrebbe abituarsi a ingoiare il bolo senza masticarlo, come fa con il latte. Questo é un aspetto negativo, perché una deglutizione diretta non favorisce lo sviluppo del bambino: se non viene stimolato a masticare, potrebbero insorgere problemi qualche mese dopo.

Infatti in caso prolungato di pappe (e sottolineo prolungato!) é possibile che a 12 mesi o oltre, i bambini che hanno imparato a mangiare senza masticare rifiutino il cibo (sputandolo o vomitandolo) o lo ingeriscano tal quale. Il principale effetto collaterale é che non tutti i nutrienti verranno assorbiti correttamente.

Per tale ragione, al fine di favorire la masticazione é utile proporre fin da subito al bambino anche consistenze disomogenee. In tal modo si avviano anche i movimenti della lingua (non solo quello verticale per poter deglutire ma anche quello di lato per portare il cibo verso le gengive) e i movimenti masticatori. E se ve lo state chiedendo, sappiate che i bambini masticano benissimo con i muscoli delle gengive!

Inizialmente quello che potrebbe spaventare i genitori nel vedere il bimbo approcciarsi a cibi disomogenei potrebbe essere il Gag Reflex o Riflesso Faringeo, un movimento che somiglia molto a una smorfia. In realtà , questo riflesso è del tutto fisiologico durante i primi assaggi e quindi nel periodo dei 6-7 mesi e si tratta di un riflesso amico, in quanto aiuta il bambino ad avviare i primi movimenti di masticazione all’inizio dello svezzamento.

Quindi, non c’è da temere un “soffocamento”; al contrario, permettere al bambino di esercitare questo riflesso è un modo per prevenire il rischio. In breve tempo, questo riflesso svanirà  spontaneamente, quindi é consigliabile non cercare di evitarlo frullando il cibo, poiché ciò potrebbe solo prolungare il normale processo di sviluppo.

Inoltre, le pappe con consistenza omogenea non forniscono stimoli sensoriali interessanti per il bambino e non lo arricchiscono dal punto di vista cognitivo, in quanto il piccolo non deve sforzarsi e non ha consistenze, temperature o sapori distinti da esplorare. Per di più, la masticazione è strettamente connessa alla respirazione e al linguaggio. Esercitarla in tempi adeguati consente una corretta formazione della muscolatura masticatoria, del palato e delle arcate dentali, oltre che l’adeguata conformazione delle fosse nasali.